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14° REGGIMENTO DI FANTERIA - BRIGATA PINEROLO

Nel 2023 l’associazione si è ampliata con una sua nuova componente rievocativa: il 14° reggimento di fanteria della Brigata Pinerolo, appartenente alla Regia Armata Sarda. Con l'aggiunta di questo nuovo gruppo storico, possiamo ora offrire al nostro pubblico una didattica più completa sul Risorgimento ed i due principali schieramenti militari, che si fronteggiarono in Italia in questo fondamentale periodo storico.
La scelta di studiare e rievocare la storia del 14° reggimento dell’esercito sabaudo non è una coincidenza. Questa unità militare è numericamente simmetrica al KK IR Nr.° 14, il reggimento di fanteria austriaco che dalla fondazione dell’associazione rievochiamo con passione. Inoltre, la storia del 14° reggimento e della brigata di cui faceva parte, è una delle più longeve dell’intera storia militare italiana, la quale tradizione continua sino i giorni nostri.

Con il congresso di Vienna e la successiva Restaurazione, Vittorio Emanuele I di Savoia rientrò in possesso del suo regno, dando priorità alla riorganizzazione delle forze armate del Regno di Sardegna. In questi anni l'Arma della Fanteria era già organizzata in due specialità, Fanteria di Linea e Granatieri che formavano reggimenti a loro volta accorpati in brigate.
La storia del 14° reggimento ebbe origine in questi anni, due secoli fa, all'indomani della prima insurrezione liberale avvenuta nel 1821, che si concluse con l’abdicazione di Vittorio Emanuele I e l’ascesa al trono di Carlo Felice. Data l'effervescenza borghese nazionalista, il nuovo regnante si dedicò immediatamente alla riorganizzazione del proprio esercito, portando alla trasformazione dell’esistente “Brigata Saluzzo” nella nuova “Brigata Pinerolo”.

Alla morte di Carlo Felice nel 1831 salì al trono il cugino Carlo Alberto, che decise entro il suo primo anno di regno apporre la propria impronta all'armata regia. L’esercito venne rinnovato in un’istituzione più moderna alla luce delle nuove esigenze politiche e strutturato secondo i princìpi ormai condivisi dai grandi eserciti europei. Come tutte le nove brigate di fanteria di linea della Regia Armata Sarda, la Pinerolo divenne un’unità permanente. Da quel momento si considera formalmente composta dal suo nuovo 1° e 2° reggimento, ciascuno dei quali con un proprio stato maggiore e tre battaglioni.
Nel 1839 vi fu una nuova riforma, nella quale i due reggimenti della brigata vennero ridefiniti 13° e 14° Reggimento di Fanteria, sulla base dell'assegnazione alle unità di un numero progressivo. La nuova riorganizzazione dell’esercito portò alla ristrutturazione dei reggimenti che divennero composti da uno stato maggiore e due battaglioni, ognuno dei quali composto a sua volta da una compagnia di granatieri e tre di fucilieri, e da un terzo battaglione formato da quattro compagnie di cacciatori. In caso di mobilitazione, gli uomini del deposito di ogni reggimento davano vita ad un quarto battaglione, formato da quattro compagnie di fucilieri.

Così strutturato, il 14° reggimento di fanteria della Brigata Pinerolo affrontò il 1848, l’anno dei moti insurrezionali che infiammarono tutta Europa e che portarono il Regno di Sardegna al conflitto con l’Impero d’Austria. La brigata era all'epoca comandata dal generale Manno e, assieme alla brigata Piemonte ad unità di cavalleria e artiglieria, costituiva la 4a divisione del tenente generale Federici.
Il 14° reggimento venne largamente impiegato nella prima guerra d’indipendenza italiana. Ebbe il suo battesimo del fuoco il 13 aprile 1848, nel corso dei primi combattimenti attorno alla fortezza austriaca di Peschiera. In questa prima fase del conflitto si distinse tanto da ricevere la sua prima onorificenza, una Menzione Onorevole al Valor Militare. Questo riconoscimento corrispondeva all’attuale Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Il 14° partecipò ai fatti d’armi alla Corona, alla grande battaglia di Custoza presso Rivoli Veronese e ad un episodio bellico a Milano, nella precipitosa ritirata sabauda in Piemonte. Nella seconda parte di questa guerra avvenuta nel 1849 l’intera brigata Pinerolo, al comando del generale Damiano, si distinse durante la rovinosa sconfitta di Novara, conseguendo una Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Al servizio del nuovo re Vittorio Emanuele II, la brigata fu nuovamente mobilitata nel 1855, e ne furono inviati due battaglioni nel corpo di spedizione che prese parte alla guerra di Crimea, a fianco della Coalizione alleata degli ottomani. Gli uomini della Pinerolo combatterono contro l’esercito russo il 16 agosto del 1855 durante la battaglia della Cernaia, e poi nel settembre nel corso della presa di Sebastopoli.

Nel 1859 scoppiò la seconda guerra d’indipendenza italiana, che fu combattuta in alleanza con le truppe francesi di Napoleone III contro l’esercito dell’Impero d’Austria. All'interno della 3a divisione del Luogotenente generale Mollard, il generale Morozzo della Rocca era allora il comandante della brigata Pinerolo, che si componeva di quattro battaglioni per reggimento, ed era accompagnato dal 2° Battaglione Bersaglieri.
Nonostante il conflitto fosse già in corso da un mese, nel maggio la Pinerolo partecipò ad una manovra d'esercitazione sul fiume Sesia. Pochi giorni dopo ebbe il suo primo scontrò della guerra presso Vinzaglio, a cui seguì immediatamente la battaglia di Palestro.
Il 24 giugno del 1859 l’intera brigata si trovò nel basso Garda a combattere nella decisiva battaglia di San Martino e Solferino. In questo importante episodio bellico la Pinerolo si trovava all’avanguardia dello schieramento sabaudo, e fu erroneamente mandata senza supporti all’attacco della collina di San Martino, difesa tenacemente dalle unità austriache. La brigata, subì gravi perdite, ma riuscì a ripiegare e partecipò persino all’attacco finale dell’altura, tenuta dai nemici fino alla ritirata avvenuta la sera. In onore dei numerosi caduti, e per i fatti d’arme di quella giornata, lo stendardo della brigata ottenne la sua seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Con i successivi ordinamenti militari si registrò un notevole aumento degli organici della brigata, che raggiunse il suo apice con l'espansione territoriale del Regno di Sardegna e la proclamazione del Regno d’Italia. La Pinerolo partecipò anche alla terza guerra d’indipendenza italiana del 1866, inglobata nella 11ª Divisione del generale Alessandro Avogadro di Casanova. La divisione era a sua volta parte del 4º Corpo d'armata di Enrico Cialdini dispiegato a sud del Po. Si ritirò a ovest del fiume Panaro a seguito della sconfitta di Custoza, non combattendo direttamente contro le forze nemiche.

Nel corso degli anni successivi la lunga tradizione storica che legava i reggimenti e i reparti minori della brigata, calò progressivamente. La storia d’Italia e le sue partecipazioni ai conflitti mondiali hanno ovviamente portato a grandi cambiamenti e riorganizzazioni, ma non sono mai riuscite a spegnere la fiamma che mantiene accesa la memoria della brigata Pinerolo. La bicentenaria storia e la tradizione rappresentata dalle bandiere della Pinerolo nel Risorgimento, sopravvivono ancora oggi al trascorrere del tempo.

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