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ARTILLERIE REGIMENT 4.
Tecnici e specialisti, questi erano gli artiglieri dell’Impero, che la nostra associazione ripropone con il gruppo storico rievocante il "Kaiserlich-Königliche Artillerie-Regiment Nr. 4" (Imperial Regio Reggimento di Artiglieria Nr. 4), con un cannone campale da 12 libbre viennesi a sistema “Lichtenstein” d'epoca napoleonica, e con un pezzo da 12 libbre a canna corta Modello 1858 d'età risorgimentale.
Storicamente, l’artiglieria rappresentava l’arma “borghese” per eccellenza; mentre i fanti da un lato provenivano dai ceti poveri, gli artiglieri d’altra parte erano persone in grado di leggere, scrivere, fare di conto e affrontare un percorso di studi di grande difficoltà. Se la potenziale giovane recluta (già dai 14 anni) soddisfaceva i requisiti (non comuni per l’epoca) veniva inviata a studiare presso le accademie del corpo.
La formazione ottenuta nel corso dei durissimi corsi di addestramento consentiva agli artiglieri di maneggiare le armi pesanti con estrema precisione e abilità, arrivando a costituire una parte fondante delle tattiche dell’esercito imperiale. La selezione risultava così dura che per lungo tempo si impose un problema strutturale: l’insufficienza del personale. Per i militari dell’arma, che dovevano essere scapoli per via della ferma di ben quattordici anni, la caserma diventava la “nuova casa” e nella maggior parte dei casi quella in cui avrebbero vissuto fino al pensionamento.
Nel contesto della rievocazione, l’artiglieria è percepita come fumo e rumore, ma chiaramente dietro c’è molto di più. Il gruppo storico K.K. AR Nr. 4 si propone infatti di dare una visione a 360° di quest’arma. Lo studio dei regolamenti d’epoca e la perizia nella ricostruzione storica delle uniformi e della strumentazione sono alla base dell’idea Acrimperi di rievocare la storia e fare cultura, idea che si sostanzia pienamente in questo progetto.
L’accuratezza storica non si limita a soli questi aspetti: nell’ impiego sul campo, durante eventi, addestramenti e dimostrazioni, il K.K. AR Nr.4 si impegna a riproporre la dottrina dell’artiglieria favorita dai comandi austriaci. Cercando di rompere infatti lo stereotipo storicamente errato (e spesso favorito anche dalla cinematografia) dell’artiglieria “statica” e tenuta lontano dalla linea di fuoco, il nostro gruppo storico ripropone la corretta tattica d’impiego dell’esercito imperiale, la quale favoriva un approccio aggressivo basato sull’impiego offensivo di cannoni relativamente leggeri e adatti a essere rapidamente mossi per dare supporto alle colonne di fanteria.







Il sistema ideato, organizzato e pesantemente finanziato dal feldmaresciallo Principe Giuseppe del Lichtenstein nel 1753 fu il primo al mondo a prevedere una rigida standardizzazione dei calibri (3, 6 e 12 libbre per i cannoni da campo; 7 e 10 per gli obici) della fabbricazione delle canne e delle misure degli affusti, ancora largamente lasciate alla mano dell’artigiano di scelta. Quando nel 1756 la Guerra dei Sette Anni divampò in Europa, il mondo ammirò l’artiglieria messa in campo dall’imperatrice Maria Teresa.
Nel 1802, il Corpo di Artiglieria, reduce da ulteriori riforme e riorganizzazioni si risolse a creare una nuova unità per aumentare gli organici fondendo alcune compagnie “veterane” dei tre reggimenti di Artiglieria già esistenti e la massa di nuove reclute dell’ “Artillerie-Fusilier Battalion” composto da “Quasi Artiglieri” che, formalmente considerati bassa manovalanza, imparavano l’arte dell’artiglieria partecipando all’impiego dei pezzi per via della cronica mancanza di personale (forzata dagli elevatissimi standard di reclutamento).
Così nacque il 4º Reggimento Artiglieria, che due anni più tardi ottenne il titolo onorifico o di “von Unterberger", poiché, non coinvolto nel disastro di Ulm e nella successiva disfatta ad Austerlitz, si fece valere sui campi di Caldiero nel suo battesimo del fuoco il 29 Ottobre 1805.
Solo dopo il 1808 le riforme dell’Arciduca Carlo uniformarono ciò che rimaneva dello spirito da “glida” degli artiglieri, militarizzando in via definitiva le componenti civili del corpo. Con la guerra della Quinta Coalizione, nel 1809, il K.K. AR Nr. 4 venne coinvolto in tutti gli scontri maggiori della campagna, partecipando alle battaglie di Landshut, Schierling, Eckmuhl, Aspern e Wagram.
Nel 1813, con la ripresa delle ostilità contro la Francia, le batterie del K.K. AR Nr. 4 furono inviate per la maggior parte nell’Armata di Boemia sotto il comando di Schwarzenberg, con un distaccamento sottoposto a Bellagarde in Italia. Pure durante queste campagne, in ambedue i teatri, il K.K. AR Nr. 4 partecipò ampiamente agli scontri, venendo impiegato a Lipsia e nel corso della battaglia del Mincio. Il reggimento contribuì attivamente anche ai combattimenti del 1814 fino alla definitiva sconfitta di Napoleone nel 1815, con due sue batterie che assegnate all'Armata d'Italia di Frimont presero parte anche alla guerra Austro-Napoletana.
Nel periodo di pace a seguito delle Guerre Napoleoniche, il K.K. AR Nr. 4 (in questo periodo noto con il nome di “Freiherr von Simm”) rimase per diverso tempo di stanza in Italia e, allo scoppio nel 1848 della Prima Guerra d’Indipendenza, ebbe 13 delle sue batterie dislocate nel Regno Lombardo Veneto. Il feldmaresciallo Radetzky impiegò queste batterie sin dagli scontri durante le Cinque Giornate di Milano, poi a Castelnuovo (con le sue unità di Rakete), durante le battaglie di Goito, Curtatone e Montanara, ma anche Vicenza e la decisiva Custoza. Nel 1849 il reggimento partecipò alle battaglie di Mortara e Novara, che sancì il termine del conflitto in Italia. Nel corso delle operazioni del biennio 1848-1849 l'AR 4 ottenne ben sessantuno medaglie al valor militare.
Nel 1859, con lo scoppio della Seconda guerra d’Indipendenza, il reggimento era sottoposto al IV e il XV Corpo d’Armata. Prese parte alla campagna ma non fu impegnato in combattimento. Nel 1866 il Reggimento (“Ritter von Hauslab” a partire dal 1854) dopo aver ricevuto in dotazione i nuovi Cannoni modello 1863, fu inviato al gran completo nel corpo d’armata del feldmaresciallo Festetics de Tolna, e combatté valorosamente fino all’ultimo insieme a gran parte dell’artiglieria austriaca, votandosi al sacrificio per evitare la completa distruzione dell’Armata di Benedeck nel disastro di Sadowa contro i prussiani.

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