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ANGELO SOLIMAN (1721-1796)

Angelo Soliman è un personaggio poco noto che tuttavia è stato per la sua epoca una vera celebrità. La sua storia ha tratti tragici ed epici e purtroppo, a causa della perdita delle sue spoglie -si veda poi- , è stata per lungo tempo dimenticata. Recenti ricerche etnologiche l'hanno riportato alla luce.


Mmadi Make nacque nel 1721. Le sue origini dono discusse: una relazione del 1808 di Karoline Pichler ne definisce i natali nel una zona non ben definita dell'Africa subsahariana chiamata all'epoca "Pangutsiglang", identificabile grossomodo con l'Etiopia meridionale; di recente invece l'etnologa Monika Firla-Forkl ha rivisto l'ipotesi considerando l'omonimia di Mmadi con un re dell'impero di Wandala, situato tra il Camerun settentrionale e la Nigeria nordorientale.


Certo è che venne preso prigioniero da una tribù rivale quando aveva sette anni per essere venduto come schiavo e fu condotto in Marocco dove lavorò come guardiano di cammelli. Venduto poi a Marsiglia, venne acquistato come domestico da una marchesa siciliana. Compare a Messina nel 1731 dove resterà fino al 1734. La proprietaria di Mmadi lo fece istruire da precettori, come si conveniva per un domestico di una casa nobiliare. Vista l'affezione dimostrata nei confronti di un'altra domestica di nome Angelina, venne battezzato col nome di Angelo Soliman.


Nel 1734, dopo numerose richieste, venne dato in dono al principe von Lobkowitz, il governatore delegato dalla corona imperiale alla supervisione della Sicilia -all'epoca provincia austriaca-. Divenne quindi il valletto del principe Johann Georg Christian Lobkvitz e lo seguì anche durante le sue campagne militari in Lombardia, Transilvania, Boemia ed Ungheria.


Angelo Soliman in compagnia del principe Lobkovitz quando era Governatore della Lombardia.


Dopo la morte di Lobkowitz, avvenuta nel 1755, venne acquistato da Joseph Wenzel principe Liechtenstein, prima come capo della servitù poi come precettore del principe Aloys. Fu così che Angelo Soliman giunse a Vienna presso la residenza dei principi Liechtenstein nella zona di Rossau.


Angelo Soliman, rappresentato -volutamente piccolo nonostante fosse di statura media e ben proporzionato- in compagnia del vecchio principe Liechtenstein nella sua residenza viennese, da Bernardo Bellotto.


L'intelligenza brillante di Soliman unita al vasto bagaglio di esperienze raccolte durante i viaggi e le campagne militari, gli consentirono una rapida scalata sociale, fino al rango di "Moro Principesco".


Parlava fluentemente sei lingue (italiano, tedesco, ceco, francese, inglese e latino), era celebre per la sua bellezza esotica, il portamento, la bravura negli scacchi e nei giochi di carte oltre che per la vasta cultura, alimentata anche dall'assiduo contatto con l'alta aristocrazia viennese che se ne contendeva la compagnia.


Un'ulteriore motivazione per la quale Soliman divenne famoso è la colorazione della sua pelle, infatti lui venne descritto come il modello perfetto della razza africana.




Nel 1760 fa parte della delegazione che giunge a Parma per scortare la sposa dell'imperatore Giuseppe II. Presenzierà nel 1764 anche all'incoronazione di quest'ultimo come Imperatore del Sacro Romano Impero che si tenne a Francoforte.


Il 6 Febbraio 1768 si sposò nel duomo di Vienna con Magdalena Christiani vedova di un aristocratico viennese e sorella di Kellermann, un futuro generale di Napoleone: la cerimonia si svolse nella massima segretezza e con una dispensa dell'ultraconservatore cardinale Migazzi. Le ragioni di questa licenza restano ignote. Certamente fu uno scandalo: Lichtenstein ripudiò il Moro Viennese e gli restituì la libertà. La coppia visse in un'appartamento di proprietà di Magdalena e dalla loro unione nacque una figlia di nome Josephina, nel 1772.


Nel 1783 aderì alla loggia massonica “Zur Wahren Eintracht” assieme a molti altri personaggi della società viennese come Mozart e Haydn. Una volta divenuto Venerabile delle loggia ne modificò i rituali inserendone letture di carattere accademico-scientifico, pratica che ben presto tutte le altre adottarono; tutt'oggi Soliman è ricordato nella massoneria come un “Padre del pensiero massonico puro” con il nome di Angelus Solimanus.


Alla morte del vecchio principe Liechtenstein, il nipote ed erede, il principe Franz, richiamò Soliman a svolgere le sue mansioni di precettore che svolse dal 1773 al 1783, anno del suo pensionamento. In seguito al pignoramento della sua casa, egli rimase a vivere presso il palazzo nobiliare.


Magdalena morì nel 1786 e da quell'evento traumatico Angelo divenne asociale e si dedicò esclusivamente alla figlia fino alla sua morte improvvisa avvenuta il 21 novembre 1796 mentre passeggiava.


Maschera funeraria di Angelo Soliman. Si notino i tratti giovanili: le cronache citano spesso come sembrava non mostrare segni del tempo e che spesso alcuni scherzosamente lo chiamavano "il figlio di sè stesso", rivedendolo dopo decadi e non trovandolo affatto invecchiato.


Già poche ore dopo il decesso, la salma venne reclamata dall'imperatore Francesco II il quale ordinò allo scultore Franz Thaller di spellare ed impagliare Soliman per poterlo tenere nella sua collezione di oggetti esotici. Francesco II infatti mostrava grande interesse per le scienze biologiche ed era un collezionista di animali esotici e non, quindi non si lasciò sfuggire l'occasione di piazzare “l'uomo africano perfetto”. Lo fece abbigliare con un gonnellino di penne rosse, blu e bianche sui lombi, con un copricapo di piume dagli stessi colori, gli fece adornare le braccia e le gambe con fili di perline di vetro e al collo una collana di conchiglie. Fu infine collocato nella biblioteca di Hofburg vicino ad animali e uccelli provenienti dalla foresta vergine cercando di ricostruire il paesaggio africano.


Inutili furono le disperate richieste della figlia per la restituzione delle spoglie del padre come inutili furono gli appelli dei massoni e del Cardinale viennese che ne celebrò le nozze. Qualche anno più tardi Francesco ricevette in regalo dalla regina delle due Sicilie una bimba di sei anni impagliata con un colore di pelle identico a quello di Soliman; la bambina venne esposta con Angelo e l'ex guardiano dello zoo di Schönbrunn -il quale è stato posto sopra un cammello-.

Nel 1806 il nuovo direttore del gabinetto di scienze naturali scelse di spostare in un'altra ala i corpi cosicché potessero essere visto solamente da coloro che lo richiedevano.


Le spoglie di Soliman e dei suoi “compagni” vennero infine distrutte quando nel 1848, a seguito della rivolta studentesca a Vienna, una granata sparata da un cannone entrò nella biblioteca di Hofburg e bruciò le spoglie di Angelo e degli altri compagni di sventura chiudendo definitivamente l'eroica eppur tragica vicenda del Moro Principesco.



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